MONO LAMP
La Memoria del Design ~ Intervista a Simon Forgacs
“I’ve designed a lamp inspired by the world famous television test card. A lamp that symbolizes a whole era of analog television history in a unique way and also cherish so many sweet memories.”
Sono le parole con le quali lo UX designer ungherese Simon Forgacs introduce la campagna crowfunding per la sua Mono Lamp; prodotta in Italia, la struttura di questa lampada riprende in tutto quella di un classico mappamondo, le cui terre sono però cerchi, rettangoli, linee e colori dell’ormai scomparsa test card Philips PM5544, la più famosa schermata di test dei vecchi televisori catodici, comparsa nei primi anni ‘70 e rimasta nell’immaginario collettivo anche per le generazioni dei due decenni successivi.
Disponibile anche in versione monochrome, questa lampada ci ha subito colpito per la sua personalità e la sua immediata riconoscibilità, risvegliando in noi interessanti riflessioni su uno dei possibili ruoli da sempre insiti nel product design: la preservazione della memoria. La Mono Lamp si attesta infatti senza dubbio fra quei prodotti dotati della capacità di far rivivere, sotto nuove forme, oggetti e strumenti al di fuori dalla loro originaria funzione tecnica, riscoprendo la loro bellezza nascosta intrisa di ricordi e nostalgia senza tempo.
“I remember as a child I was watching this for hours, [...] it fascinated me how cool it looks. The strange geometrical shapes and vivid colors and the fact that it lived inside the same box where Star Wars and Back to the Future, so it’s just didn’t made any sense to me but I loved it.”
Abbiamo raggiunto Simon per scoprire qualcosa di più sul suo background artistico e professionale, i suoi gusti in fatto di design e, ovviamente, sul percorso che lo ha portato a realizzare Mono Lamp.
Ciao Simon, leggo dal tuo sito che ti occupi di User Experience e User Interface Design e che Monolamp è un progetto parallelo con il quale hai potuto “salpare via per un po’ dal design di applicazioni per approdare al regno degli oggetti fisici”. Com’è nata l’idea di riprodurre la famosa schermata di test Philips e perché proprio in una lampada?
Sono molte le schermate di test esistite in passato, ma
probabilmente la più emblematica è stata la PM5544,
disegnata dall’ingegnere Finn Hendil nei laboratori
TV Philips di Copenhagen. Mono Lamp si ispira alle test
cards in generale, ma quella che ricorda di più è proprio la
PM5544.
Sono un UX Designer e imprenditore di professione. Ho
trascorso la maggior parte degli ultimi dieci anni della mia vita
progettando prodotti digitali, ma sono sempre stato interessato al
design di hardware e oggetti fisici. Quando ho lasciato il mio
ultimo lavoro come head of design alla
SaaS startup di Boston ho voluto prendermi un po’ di tempo
lontano dal mondo digitale per fare qualcosa di divertente, fuori
dagli schemi, che potesse darmi l’occasione di imparare un sacco
di nuove cose. A quel tempo l’idea di Mono Lamp era con me già da
un po’. Alcuni anni prima mi ero imbattuto nell’immagine di una
test card e improvvisamente si era trasformata in un oggetto a tre
dimensioni nella mia mente; questa visione non mi ha più
abbandonato, è stato quello l’attimo in cui si è accesa la
lampadina! ;)
In seguito è arrivato il desiderio di concretizzare questa
visione, di farla uscire dallo schermo e portarla al mondo reale.
Ma, come sto imparando sempre più ogni giorno, ideare è facile,
eseguire è difficile. Dubito che ci sia qualcosa di speciale nella
mia idea e scommetto che qualcun altro abbia avuto un’idea simile
o addirittura identica prima di me, e la sola differenza sia stata
che non abbia potuto o voluto trasformarla in realtà. Dopotutto si
tratta di un prodotto di nicchia con molti rischi di fattibilità,
ingenti investimenti iniziali e con dimensioni di mercato piccole
e in calo, poiché non esiste alcun ricambio della cosiddetta
Generazione X. Quindi direi che è stata l’idea a trovare me
e non il contrario, dal momento che aveva bisogno di qualcuno la
cui motivazione non fosse esclusivamente derivante dal lato
finanziario.
La prima volta che ho visto una foto di Monolamp è stato amore a
prima vista! Mi sono ritrovato immerso in tutta una serie di
ricordi legati alla mia infanzia negli anni ’90 e ho iniziato a
riflettere su quella bellezza spesso insita in alcuni semplici
strumenti e su come essa sia capace di resistere nel tempo, anche
quando l’oggetto in sé è diventato obsoleto e ha perso ogni mera
utilità tecnica.
Tu hai preso una schermata di test che chiunque guardava la tv
negli anni ‘80/’90 ricorda e l’hai utilizzata in un contesto
completamente diverso - anche se già in qualche modo legato alla
luce. Puoi parlarci un po’ degli aspetti più emozionali che hanno
accompagnato il processo creativo del tuo prodotto?
Ha qualcosa a che vedere col modo in cui i nostri cervelli sono
fra loro interconnessi, col modo in cui funziona la nostra
memoria. Un odore, un suono, un’immagine possono scatenare un
intero insieme di ricordi proveniente da un diverso periodo della
nostra vita. Per quanto mi riguarda, ogni volta che osservo una
test card una tempesta di sentimenti e ricordi affiorano dalla mia
infanzia. Per esempio ricordo ancora quando, intorno ai 5 anni,
fissavo profondamente lo schermo della TV per interi minuti,
provando a capire il significato di quei simboli. Non avevo idea
di quale fosse ma sentivo che doveva essere qualcosa di molto
importante, che nascondesse qualche importante conoscenza sulla
vita (cosa che potrebbe anche risultare vera). Sono sicuro che sia
lo stesso per molti di noi, specialmente per coloro che hanno
acquistato la lampada.
Passare avanti e indietro da un contesto all’altro, dal mondo
digitale a quello analogico e viceversa, è qualcosa che mi ha
sempre interessato e, qualche anno fa, quando l’idea della lampada
è nata, ero anche motivato dal desiderio di riportare in vita
questa icona ormai scomparsa dalla TV: Mono Lamp è un regalo per
la mia generazione, la Generazione X, con la quale condivido il
maggior numero di ricordi, che sento più vicina e che comprendo di
più.
L’Italia è la nazione che hai scelto per produrre Monolamp, ci racconti di come sei arrivato a questa scelta, partendo dall’Ungheria fino ad arrivare alla nazione di Achille Castiglioni e di Sergio Mazza?
Menzionarmi nella stessa frase con Achille Castiglioni e
Sergio Mazza è decisamente troppo per me, un onore che non
merito e che umilmente declino.
C’è una semplice ragione dietro la mia scelta per l’Italia:
un’azienda con quasi 70 anni di esperienza chiamata
Tecnodidattica che non solo possiede la giusta tecnologia
per i miei specifici obiettivi ma anche il giusto e fragile
equilibrio fra tre importantissime variabili: qualità del
prodotto, costi e scalabilità. Ho trascorso più di un anno
sperimentando con quattro diverse tecnologie, tre diversi
materiali e linee di produzioni provenienti da due continenti e
cinque diverse nazioni, prima di arrivare a quello che è - secondo
me - il giusto equilibrio fra queste variabili: qui in Italia è
dove questo è successo. Senza il prezioso aiuto di Tecnodidattica
questo prodotto non sarebbe mai stato realizzato.
Nella presentazione fai riferimento all’”essenza della tv per la generazione cresciuta negli ‘80 e nei ‘90”. Il tema della nostalgia è oggi più che mai centrale in una moltitudine di discipline (cinema, serie tv, musica, design) con risultati che vanno da ottime reinterpretazioni ed appropriazioni estetiche ben dosate fino ad operazioni revivalistiche con scopi puramente commerciali. Cosa ne pensi a riguardo? Viviamo forse in un’epoca con uno sguardo perennemente rivolto al passato?
Credo che la nostalgia sia da sempre parte dell’esistenza umana - e personalmente, è essenziale per me. Io credo che noi umani abbiamo sempre vissuto e viviamo, ad un certo livello - come hai elegantemente espresso - con lo sguardo perennemente rivolto al passato ("perpetually past-oriented gaze" nell'intervista originale - N.D.R.). Sono solo i contenuti a cambiare da generazione a generazione. Una volta che la mia sarà scomparsa, porterà via con sé molte cose e i loro relativi significati. Indiana Jones, Ritorno al Futuro, Terminator 2, Testcards, Mono Lamps, ecc., manterranno pochissimo o alcun significato per le future generazioni. Un esempio simile può essere quello dell’importanza che ha per la mia generazione quel fantastico film di fantascienza del 1927 che è Metropolis: è un must, è essenziale, ma è soprattutto parte della cultura storica piuttosto che della nostra vita quotidiana se paragonato a Star Wars o Aliens. Ho utilizzato troppo riferimenti cinematografici, lo so. :)
Monolamp è la tua prima prova come product designer, e per aver fatto centro al primo colpo ci viene da pensare che oltre all’esperienza derivante dalla tua professione nel campo della User Interface tu abbia una forte passione per il design in un senso più ampio. Puoi parlarci dei tuoi gusti, i tuoi designer preferiti e gli oggetti che fanno parte da sempre del tuo immaginario? Prenditi pure tutto lo spazio che vuoi per questa domanda! :)
Apprezzo davvero le tue parole ma il presunto successo di Mono
Lamp si poggia pesantemente sulle spalle di altri disegnatori:
come già detto Mono Lamp è ispirata al design esistente delle test
cards televisive. Inoltre, anche la bellissima base di legno è
stata disegnata più di 12 anni fa da
Claus Jensen & Henrik Holbaek di Tools Design ed
è qui utilizzata – così come per altri mappamondi prima – con la
loro gentile concessione. Mi è semplicemente capitato di essere
colui che ha unito i puntini quando nessun altro si sentiva
abbastanza importante per farlo. Probabilmente realizzare questo
progetto è stato un atto egoistico da parte mia perché volevo
davvero avere una lampada come questa per me. È tutt’ora nella mia
camera da letto e l’accendo ogni notte!
Credo che, come in molte cose della vita, perseveranza,
concentrazione sui propri obiettivi e fortuna siano tutti
ingredienti importanti per il successo. Questo è il motivo per cui
è doloroso confessare che - come per la maggior parte dei designer
e delle persone in generale - sono interessato in molte più cose
di quelle che ho effettivamente il tempo di esplorare. Mono Lamp è
stata una specie di “payback time” per il bambino che vive
in me, un modo di dimostrare a me stesso che a volte posso fare
tutto ciò che voglio, persino qualcosa che può essere vista come
una svolta completa (anche solo di un breve momento) sul percorso
professionale su cui cammino.
Quanto ai miei designer preferiti... Ne ho troppi! Prossima
domanda! :)
Per concludere ci piacerebbe ascoltare alcuni consigli che ti senti di dare ai giovani designer oggi alle prese con la creazione delle loro prime opere, di come approcciarsi alla ricerca di qualcuno interessato a trasformare in realtà i loro oggetti. Grazie per il tuo tempo, Simon! :)
Domanda tosta! Non posso sfuggire al timore che la mia risposta,
non importa quanto sincera, sarà breve e suonerà come una serie di
luoghi comuni, ma questo è quello che posso dire oggi - con
l’avvertenza che ciò che può aver funzionato con me potrebbe non
funzionare per altri e che la cosa più importante è ascoltare
tutti ma seguire il proprio istinto.
Prova, rischia il più possibile (e anche qualcosa di più) e non
aver paura di fallire. Non è necessario che tu abbracci l’idea del
fallimento, riconosci semplicemente che è una parte importante del
successo. Sii perseverante e concentrato quanto più possibile. Una
persona di successo in generale ha semplicemente provato un paio
di volte più di altri (leggi la storia di Jack Ma ad
esempio). Riduci il rumore intorno a te e concentrati solo sui
consigli delle persone importanti per il tuo percorso. Cerca di
essere paziente con te stesso, e ricorda che un giusto equilibrio
vita-lavoro può aiutare. Mangia bene, pratica sport regolarmente,
cammina nella natura, prenditi cura dei tuoi cari e di te stesso e
leggi ‘12 Rules for Life’ di Jordan B. Petersons!
OFFICIAL SITE:
https://monolamp.hu/en/
CROWDFUNDING:
https://indiegogo.com/projects/mono-lamp-a-design-lamp-capturing-tv-history