Blonde Redhead
Live @ Viper Theatre
Firenze, 09 Set 2011
A circa un anno dall’uscita dell’algido e autunnale Penny Sparkle, i Blonde Redhead tornano in Italia ad inaugurare la nuova stagione del Viper Theatre, ed è calorosa l’accoglienza riservata ad una della band più longeve e amate di tutta la scena alternativa internazionale. La serata è aperta dagli italiani La Blanche Alchemie, band milanese autrice di un piacevole pop prevalentemente acustico su cui svetta la suadente voce di Jessica Einaudi, e che intrattiene il pubblico accorso sin dalle prime ore.
Sono circa le undici quando i gemelli Pace e la carismatica Kazu Makino fanno il loro silenzioso ingresso sopra un palco illuminato da piccole e tremolanti luci, ed è in questa intima e un po’ spettrale atmosfera che prende vita Black Guitar, brano dotato di un irresistibile spleen sonoro in grado di stregare fin da subito l’intera platea.
“È un’irresistibile trance ad ipnotizzare senza scampo i presenti, [...] Kazu canta ondeggiando ad occhi chiusi, lasciandosi andare con intenso e dolcissimo trasporto all’onirica atmosfera che lei stessa sta creando.”
Una malinconia che si ripete cullante sulla dolceamara
the Dress e sulla sinuosa Messenger, ma che non si
rivela di certo come l’unico mood di questa esibizione; già al
terzo brano infatti la coda finale della trascinante
Spring and by Summer Fall viene affogata in un violento
mare di chitarre e feedback distorti, e tale energia viene
nuovamente sprigionata nella struggente e disperata
Falling Man.
È un’irresistibile trance ad ipnotizzare senza scampo i presenti e
a caratterizzare inoltre l’esecuzione del trio, sia che si tratti
delle nuove eteree ed elettroniche melodie di
Not Getting There e Here Sometimes, che delle
adorabili ballate pop di In Particolar e della sognante
Silently; proprio su quest’ultimo brano Kazu canta
ondeggiando ad occhi chiusi, lasciandosi andare con intenso e
dolcissimo trasporto all’onirica atmosfera che lei stessa sta
creando.
“Quella che i Blonde Redhead riescono ancora a trasudare da ogni singola nota o dalla più semplice ed impercettibile postura, è un’eleganza sofisticata e aristocratica quanto sobria e naturale”
Misery is a Butterfly ripercorre suadente le raffinate atmosfere dell’album omonimo, mentre 23 viene salutata con un’ovazione sin dai primi accordi, e nella sua trascinante verve rappresenta il momento di maggiore partecipazione e sintonia tra la band italo-nipponica ed il suo pubblico. Trascorre così un’ora e mezza di autentica magnificenza sonora e visiva, ed è alla carezzevole Spain che col suo vellutato torpore tocca chiudere quest’esibizione impeccabile, che si riavvolge così nelle intime atmosfere di inizio serata.
Dopo una carriera quasi ventennale, quella che i Blonde Redhead
riescono ancora a trasudare da ogni singola nota o dalla più
semplice ed impercettibile postura, è un’eleganza sofisticata e
aristocratica quanto sobria e naturale; un indiscutibile tripudio
di grazia, classe e stile in grado di rendere la loro arte
riconoscibile e personale, unica e perfetta.
Andrea Mori Marchetti